Sesso:F
Età:34 (al momento della scomparsa)
Statura:155
Occhi:neri
Capelli:neri
Scomparso da:Rho (Milano)
Edizione:1997/1998
Data della scomparsa:15/01/1998
Data pubblicazione:28/04/1998
Paola Gallo, 34 anni, infermiera, vive a Rho (Milano). Il 15 gennaio 1998 ha telefonato al fratello avvisandolo di aver deciso di partire per Genova con il compagno e altri amici. Poi non ha più dato sue notizie. La domenica successiva i familiari allarmati ne hanno denunciato la scomparsa. Ha lasciato tutte le sue cose a casa.
Paola Gallo era una persona felice e solare che non aveva nessun motivo per lasciare la casa che aveva appena finito di ristrutturare e arredare. Soprattutto non aveva motivo di lasciare il figlio di 14 anni al quale era molto legata, specialmente dopo la separazione dal marito che lei stessa aveva voluto e che proprio in quei giorni doveva essere definita legalmente. Sempre in quei giorni Paola Gallo avrebbe dovuto prendere servizio in una clinica dove aveva ottenuto un impiego. Proprio prima della scomparsa aveva acquistato un nuovo modello dell'apparecchio acustico per lei indispensabile, che ha lasciato inspiegabilmente a casa insieme a tante piccole cose di uso quotidiano che portava sempre con sé. Il giorno della scomparsa Paola Gallo non sarebbe stata sola. Era uscita con un uomo, un pregiudicato siciliano, al quale si era legata dopo la separazione dal marito. Il figlio Michele, che oggi ha 19 anni, ha ricostruito quello che accadde il giorno della scomparsa: "Quel giorno mi ricordo che nel pomeriggio presto, intorno alle due, aveva ricevuto una chiamata dicendo di preparare dei panini da portare via perché sarebbero andati a Genova con amici e che sarebbero tornati la sera stessa". A bordo di una BMW station wagon nera, Paola Gallo e il suo uomo, alle 14,30 si sono allontanati da Rho. Hanno raggiunto Milano e e percorso la tangenziale fino alla barriera di Milano Ovest, dove hanno imboccato l'autostrada che porta a Genova. Dopo 32 chilometri, però, l'auto è uscita al casello di Bereguardo. Alle 16,35 il pedaggio è stato pagato con una tessera Viacard. Circa un'ora e mezza dopo, alle 18, il cellulare dell'uomo è stato intercettato nel territorio di Torino, prima di smettere di funzionare. Tre ore dopo, alle 21, Paola Gallo ha telefonato al figlio da un apparecchio fisso dicendo che era ancora a Genova e che si sarebbero visti il giorno dopo. Tutto fa supporre che quel giorno Paola Gallo non immaginasse che non sarebbe più tornata a casa. Il fatto che tutti e due siano spariti con l'auto non fa pensare nulla di buono. L'uomo, condannato già per rapina a mano armata, trafficava nel campo della droga e del recupero crediti per conto di usurai e potrebbe essere incappato in un regolamento di conti di cui la donna sarebbe stata inconsapevole testimone e vittima. Gli inquirenti, però, sostengono che se l'ipotesi dell'eliminazione fisica non ha avuto ad oggi alcun supporto, quella della fuga troverebbe la sua motivazione nei procedimenti penali tuttora pendenti su di lui. Paola Gallo si sarebbe trovata così, suo malgrado, in un vicolo cieco da cui non è più potuta tornare indietro.
A distanza di 12 anni dalla scomparsa di Paola Gallo e del suo compagno Francesco Moscato, la tesi dell’eliminazione fisica è tornata ad essere considerata la più verosimile. L’intercettazione del cellulare dell’uomo in territorio piemontese intorno alle 18.00 del 15 gennaio 1998 avrebbe collocato la presenza della coppia nel novarese, più precisamente nel comprensorio del comune di Trecate, dove, alla fine di marzo 2009 il nucleo d’investigazione sulla criminalità organizzata della Guardia di Finanza (G.I.C.O.) ha effettuato alcuni scavi alla ricerca dei cadaveri. Secondo gli inquirenti infatti Francesco Moscato e Paola Gallo sono stati eliminati insieme e i loro corpi sepolti in zona. Il rinvenimento di alcune ossa durante le operazioni di scavo – tutt’ora in mano al medico legale - sembrerebbe suffragare l’ipotesi investigativa. Moscato aveva contatti con la criminalità di Gela, sua città natale. Il giorno della scomparsa l’uomo avrebbe chiesto in prestito l’auto ad un amico che però non assecondò la sua richiesta. Paola e Francesco potrebbero essere stati attirati con l’inganno all’interno di uno dei magazzini di una ditta di trasporti locale e lì eliminati, lontano da sguardi indiscreti.