Sesso:M
Età:26 (al momento della scomparsa)
Corporatura:robusta
Statura:183
Occhi:neri
Capelli:castani
Abbigliamento:maglietta a righe blu, jeans, scarpe da ginnastica e un giubbottino blu e giallo
Scomparso da:Napoli
Edizione:2000/2001
Data della scomparsa:30/07/2000
Data pubblicazione:26/09/2000
Giulio Giaccio, giovane operaio che vive nella periferia di Napoli, a Pianura, è stato rapito in una piazzetta vicino a casa sua alle 22:30 del 30 luglio da quattro uomini a bordo di una Fiat Uno bordeaux, che si sono presentati come agenti di polizia. Secondo la testimonianza di un amico che era con lui al momento del rapimento, tutto si è svolto in pochi istanti. Rivolgendosi a Giaccio gli sconosciuti gli hanno gridato: “Polizia! Sei Salvatore?”. “No, sono Giulio”, ha risposto Giaccio, ma i falsi agenti, dicendo “E’ lui, è lui!”, lo hanno caricato a forza sull'auto. La famiglia di Giulio Giaccio, che non è ricca, finora non ha ricevuto nessuna richiesta di riscatto. Si pensa ad uno scambio di persona, visto che il giovane non ha mai avuto contatti con organizzazioni criminali camorristiche, molto radicate nella zona. A Pianura, nel periodo del rapimento, si combatteva una guerra tra cosche rivali per il controllo degli appalti per le opere di risanamento del quartiere.
A due anni e sette mesi dalla notte in cui Giulio Giaccio è sparito la sua sorte è ancora avvolta nel mistero. "La Polizia ci ha fatto fare la denuncia dopo tre giorni. Non si è mossa in tempo. Dicevano: si è allontanato da sé, ma come facevano a dirlo se c'è un testimone che ha detto che è stato buttato in una macchina con quattro finti poliziotti?", si chiede ancora il padre. Purtroppo un muro di silenzio ha impedito, fino ad ora, che giungessero segnalazioni utili. "Faccio un appello, specialmente a tutte le mamme, quelle che sanno. Non è un dolore, è uno strazio un figlio che a 26 anni sparisce senza poter sapere che fine ha fatto", ha detto la zia di Giulio Giaccio.
Due ordinanze di arresto sono state notificate in carcere a esponenti del clan Polverino per l’omicidio di Giulio Giaccio, il giovane operaio scomparso Il 30 luglio del 2000 dal quartiere di Pianura. Quattro uomini, a bordo di una Fiat Uno bordeaux, quella sera si erano presentati a Giulio Giaccio gridandogli: “Polizia! Sei Salvatore?”. “No, sono Giulio”, aveva risposto lui, ma i falsi agenti lo avevano caricato lo stesso a forza sull'auto e portato via. Così un amico aveva raccontato il suo rapimento anche a “Chi l’ha visto?” quando i genitori del 26enne avevano lanciato appelli per avere notizie del figlio. In seguito alle indagini dei Carabinieri, coordinate dalla DDA, Salvatore Cammarota (55 anni), e Carlo Nappi (64), già detenuti per altri reati, sono accusati di aver sequestrato Giaccio e distrutto il suo corpo con l’acido. Gli accertamenti degli inquirenti sulle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia hanno consentito di scoprire che l'operaio napoletano fu scambiato per un certo Salvatore, un uomo aveva una relazione osteggiata con la sorella di Cammarota, inutilmente negata da Giaccio. Dalle indagini dopo la scomparsa, poi archiviate, emerse la completa estraneità della vittima alla criminalità.
“Non c’è prezzo per la sua vita, vogliamo giustizia”, i familiari di Giulio Giaccio, ucciso e sciolto nell'acido “per errore”, rifiutano il risarcimento proposto da due arrestati. “Non hanno nemmeno un luogo per piangerlo”, dice il loro legale avvocato Alessandro Motta, alla Tgr Rai Campania. Il 30 luglio 2000, nel quartiere Pianura di Napoli, falsi agenti di polizia lo portarono via gridandogli “sei Salvatore?”. Fu scambiato per un uomo che aveva una relazione con la sorella di uno degli imputati, esponente di un clan criminale. Dalle indagini dopo la scomparsa, poi archiviate, emerse la sua completa estraneità alla criminalità.
Condannati a 30 anni, con rito abbreviato, Carlo Nappi e Salvatore Cammarota, ritenuti i mandanti dell'omicidio di Giulio Giaccio, l’operaio scomparso il 30 luglio 2000 dal quartiere Pianura di Napoli. Falsi agenti di polizia lo portarono via gridandogli “sei Salvatore?”. Fu scambiato per un uomo che aveva una relazione con la sorella di uno degli imputati, esponente di un clan camorristico. Dalle indagini dopo la scomparsa, poi archiviate, emerse la sua completa estraneità alla criminalità.