Nella notte del 10 luglio 1998 Lorena Lucini, 36 anni, impiegata, scompare misteriosamente dalla sua casa alla periferia sud di Pavia. Secondo la ricostruzione del giornalista Adriano Agatti della 'Provincia Pavese', quel giorno esce di corsa dal suo ufficio, un'ora prima del previsto, senza timbrare il cartellino. Non si sa cosa abbia fatto tra le 18 e le 19, quando rientra a casa. Verso le 20,30, è fuori a cena, con il suo convivente e una coppia di amici. Poi la comitiva partecipa ad una festa al Forum di Assago (Milano). Dopo il rientro a Pavia Lorena Lucini ha una discussione con l'uomo con cui vive, dal quale, di comune accordo, aveva già da tempo deciso di separarsi. Riguardo ai motivi del litigio, sembra che l'uomo dia due versioni differenti. Alla sorella della donna scomparsa dice che Lorena avrebbe voluto seguirlo per due giorni al mare, dove lui era diretto il giorno dopo. Alla polizia, invece, dice che la donna voleva uscire di nuovo per andare in qualche locale, ma lui era stanco. Comunque alle 7,30 del mattino dopo Lorena Lucini, che sarebbe andata a dormire intorno all'1,30, non era più in casa. Nessuno dei vicini di casa, quella notte, ricorda di aver sentito o notato nulla di strano.
Nell'appartamento mancherebbero un paio di jeans, un giubbotto di jeans e una borsa arancione contenente alcuni effetti personali, il bancomat e il libretto degli assegni. Da quel giorno però non risulta che siano stati effettuai prelievi. A casa vengono ritrovati il cellulare e le chiavi della sua macchina, parcheggiata nei pressi. Per la sua famiglia è molto difficile credere che la ragazza sia svanita così nel nulla.
Quindici giorni dopo la scomparsa, in casa Lucini arriva una telefonata. Risponde la madre. Una donna chiede prima di Lorena poi della sorella, ma non appena la signora Lucini prova a fare qualche domanda, la comunicazione viene interrotta.
Quando, alcune settimane dopo, non lontano da Pavia, viene ritrovato il cadavere di una giovane donna, tutti lo associano al caso Lucini. Si scoprirà poi che invece si trattava di una ragazza albanese.
La polizia sembra considerare il caso come un omicidio, ma non sono noti gli elementi su cui si baserebbe. La famiglia, intanto, invita la donna che ha fatto la telefonata anonima a non aver paura di richiamare e far sapere quello che sa.