Sesso:F
Età:77 (al momento della scomparsa)
Statura:150
Occhi:castani
Capelli:brizzolati
Abbigliamento:Indossava un vestito scuro a fiorellini, scarpe chiare basse, una borsetta nera a trapezio nella quale c'erano la carta d'identità, il libretto della pensione circa 80 mila lire
Segni particolari:porta gli occhiali con lenti spesse e montatura marrone
Scomparso da:sala d'attesa del reparto radiologia del Pronto Soccorso dell'Ospedale S. Paolo di Milano.
Edizione:1997/1998
Data della scomparsa:14/07/1997
Data pubblicazione:30/09/1997
Intorno alle 15.00 del 14 luglio Vittoria Raspatti cade dalle scale del palazzo dove abita, in via Vigevano 39, e batte la testa. In stato confusionale viene trasportata dall'ambulanza della Croce Verde al pronto soccorso dell'ospedale San Paolo di Milano, dove il medico di guardia la visita e riscontra un modesto ematoma frontale sinistro. Quindi la "spedisce" in radiologia a fare le lastre di routine. Le radiografie non evidenziano fratture ed il tecnico le dice di accomodarsi in sala di attesa, dove sarebbe stata raggiunta dalla radiologa. La radiologa effettivamente legge le lastre di Vittoria ma nota che una delle due non è chiara e ordina che le venga rifatta, quindi se ne va. Quando la vanno a prendere per riaccompagnarla in radiologia Vittoria non è più nella sala di attesa. L'ospedale viene setacciato a fondo, ma della donna non si trova nessuna traccia.
Nonostante gli investigatori abbiano chiuso l'inchiesta sulla scomparsa di Vittoria Raspatti, classificandola come un caso di sparizione volontaria, i suoi amici cercano in tutti i modi di tener desta l'attenzione sul suo caso. In collegamento da Milano, il portiere dello stabile dove viveva Vittoria ed il presidente dell'Associazione Porta Genova hanno annunciato di voler interessare del caso anche il coordinamento dei comitati di quartiere. Non è possibile, dicono, che l'anziana donna sia "svaporata come un fantasma".
Cercando ancora la signora Raspatti "Chi l'ha visto?" si è imbattutto nella triste storia di un'altra anziana signora. Nel mese di dicembre del 1997 una donna è stata ricoverata in un ospedale di Milano. Tre giorni dopo è deceduta. Per quindici mesi la povera signora è rimasta nelle celle frigorifere prima dell'ospedale, e poi dell'obitorio. Fino a quando, attraverso una bolletta della luce trovata nella sua borsa, si è scoperto che si chiamava Elena Bellintani, scomparsa nell'indifferenza più totale. Dopo essere rimasta vedova aveva vissuto da sola nello stesso quartiere della signora Raspatti.