Eglantina Kembaci, una ragazza abanese di 19 anni, è partita il 3 dicembre 1997da Berat per Tirana, dove doveva ritirare il passaporto. Da quel giorno non è più tornata a casa. Tre giorni dopo ha telefonato alla madre dicendo di trovarsi a Parigi, spiegando la sua improvvisa partenza dicendo che se non fosse partita avrebbe perso il biglietto e avrebbe anche avuto problemi con il suo passaporto falso. Fino al mese di agosto del 1999 ha mantenuto i contatti con la famiglia telefonando, scrivendo e inviando anche delle fotografie. Dopo nessuno ha più saputo nulla di lei. Aveva imparato il francese e aveva frequentato un corso per diventare parrucchiera. Prima di lasciare l'Albania, aveva parlato in famiglia di un'associazione che le aveva offerto un lavoro in Francia. Ma forse non ci è mai andata. Infatti le lettere in cui raccontava di trovarsi a Parigi, provenivano in realtà dall'Italia. Jean Girard, un amico della famiglia Kembaci per il quale Eglantina aveva lavorato come interprete, l'ha cercata inutilmente nella capitale francese. Poi, analizzando le fotografie che la ragazza aveva inviato ai familiari, ha scoperto che erano state scattate in Italia, a Torino. Qui ha incontrato molte persone che l'avrebbero vista nei giardini di Piazza Cavour e che ricorderebbero di averla vista in compagnia di un bambino. Nella stessa città 'Chi l'ha visto?' ha trovato l'albergo dove Eglantina Kembaci ha alloggiato dal 10 giugno al 16 agosto del '99. L'albergatore ha riferito di averla vista arrivare e ripartire da sola. Secondo il signor Girard, qualcuno potrebbe aver obbligato la ragazza a cambiare i suoi piani. Il suo sogno, infatti, era quello di lavorare in Svizzera o in Francia. L'ipotesi più verosimile sembrerebbe quella che possa essere finita nelle mani della mafia albanese. Nella sua ultima telefonata aveva raccontato di aver incontrato un giovane albanese, che secondo la famiglia Kembaci avrebbe una brutta fama, che non è stato possibile rintracciare. Lorenzo Kembaci ha rivolto un appello alla sorella: "Vorrei che lei sapesse che non si deve preoccupare se le è capitato qualcosa di cui si vergogna. Noi le vogliamo bene e vogliamo solo che torni a casa. Se lei mi chiamasse andrei a prenderla ovunque si trovi."