20 aprile 2012

Il 5 aprile i carabinieri della stazione di Marina di Tor San Lorenzo hanno arrestato Giorgio Rizzo, 57 anni, di padre italiano e madre eritrea, convivente di Anna Maria Martinelli per averne indebitamente riscosso la pensione dopo la scomparsa. I carabinieri posizionati nei pressi della Banca Popolare di Milano, agenzia di Tor San Lorenzo di Ardea, hanno visto il compagno della donna avvicinarsi allo sportello bancomat ed effettuare un prelievo. Subito controllato, è trovato in possesso di 150 euro appena prelevati e della carta bancomat intestata ad Anna Maria Martinelli. Dal novembre 2008 la sua pensione è stata incassata ogni mese con questo sistema, per un ammontare di circa 20mila euro, senza che nessuna delega sia mai stata formalizzata. L'uomo e' stato arrestato per truffa e violazione della normativa antiriciclaggio, e ristretto ai domiciliari presso la propria abitazione a disposizione dell'Autorità Giudiziaria. Le indagini sono partite su iniziativa del figlio della donna, Carlo, con il quale lei si era riavvicinata per circa 3 mesi intorno al 1997, dopo che lo aveva dato in adozione da piccolo alla fine degli anni Settanta. Alla fine di gennaio del 2012 Carlo ha scoperto ha scoperto che la madre riceveva una pensione di 500 euro al mese e che nonostante i versamenti il suo conto corrente risultava in debito. Si è rivolto quindi ai carabinieri, che dopo tre giorni di pedinamenti hanno arrestato Rizzo in flagranza di reato. Dopo la scomparsa Carlo aveva contattato “Chi l’ha visto?”, per chiedere informazioni e dire che nutriva molti dubbi su quanto detto da Rizzo: “Lui è l’unico che sa dov’è mia madre. Voglio sapere la verità e voglio sapere che fine ha fatto”. Nessuno sembra aver visto Anna Maria Martinelli uscire il 17 novembre 2008 dal comprensorio dove abitava per andare alla fermata dell’autobus di fronte. Inoltre, secondo il sorvegliante del complesso residenziale, la sua Renault Twingo, che la sera prima era molto sporca e in completo disordine, sarebbe stata completamente ripulita immediatamente dopo la scomparsa. I carabinieri all’epoca guardarono all’interno dell’auto e perquisirono la casa, ma non trovarono elementi contro Rizzo.