Sesso:M
Età:35 (al momento della scomparsa)
Statura:170
Occhi:castani
Capelli:castani
Segni particolari:gli mancano le tre dita centrali della mano sinistra.
Scomparso da:Verona
Edizione:1998/1999
Data della scomparsa:05/08/1996
Data pubblicazione:10/03/1998
Mariano Paolo Tregnaghi, 35 anni, nell'agosto del 1996 lascia la città di Verona per trasferirsi a Pola con l'intenzione di aprire, insieme ad un suo amico slavo, un negozio di frutta e verdura. Fino a dicembre Mariano telefona a sua madre, poi non dà più sue notizie. Nel maggio del 1997, nell'ambito delle indagini per l'omicidio dell'imprenditore vicentino Ottavio Zaggia, viene arrestato Milomar Bates, un ragazzo croato di 23 anni residente a Ronco dell'Adige. I carabinieri gli trovano il bancomat di Tregnaghi, collegato al conto corrente dove veniva versata a Mariano Paolo una pensione di invalidità, e che risulterà usato per regolari prelievi.
Alla scomparsa di Mariano Paolo Tregnaghi e alla morte di Ottavio Zaggia si aggiungono altri fatti di cronaca che per inquietanti similitudini e coincidenze sembrano far parte di un'unica ragnatela. Nell'area del Veronese, intorno al fiume Adige, nello stesso periodo, nel giro di qualche mese, nel raggio di pochi chilometri, vengono ritrovati quattro cadaveri: Patrizio Facci, uno sconosciuto il cui cadavere non è mai stato identificato, Maurizio Zorzi e Mario Scarmagnani. A questo elenco bisognerebbe forse aggiungere il nome del tedesco Erich Waldemar Gaudeler, ritrovato morto vicino Voghera. Aveva anche lui le mani legate, come Ottavio Zaggia, Maurizio Zorzi e come Patrizio Facci.
Il 13 agosto del 1997 verso le 17.00 Maurizio Zorzi era andato a correre sull'argine del fiume. Il giorno dopo la sua Opel Astra nera, grazie alla segnalazione di un conoscente della famiglia Zorzi, viene trovata bruciata sulla riva dell'Adige. Il 16 agosto, 4 chilometri più a monte, nella direzione opposta a dove per logica si erano indirizzate le ricerche, viene ritrovato il cadavere di Maurizio, legato mani e piedi con del filo elettrico, una fettuccia di nylon e una catena di bicicletta, tutte cose che era possibile trovare sul posto, nella boscaglia, dove nei giorni precedenti c'era un accampamento di extracomunitari.
Il 4 aprile 1998 si è tenuta la prima udienza per il processo contro Milomar Bates. La famiglia di Ottavio Zaggia non si è costituita parte civile ed era assente al processo. Anche un olandese, che aveva denunciato di essere stato aggredito e rapinato dallo stesso Bates, non era in aula. Il processo è stato breve e l'imputato si è avvalso della facoltà di non rispondere. Dopo altre due udienze si è giunti alla sentenza. Bates è stato condannato a quattro anni e sei mesi, per l'occultamento del cadavere di Zaggia. Per la morte dell'imprenditore vicentino non gli è stata addebitata nessuna responsabilità. La rapina e il furto aggravato ai danni dell'olandese, sono stati derubricati.
Il PM Angela Barbaglio ha opposto appello. Comunque la sua richiesta di inserire la scomparsa di Tregnaghi come capo di imputazione non era stata accolta. Da quando il giovane è scomparso i suoi familiari hanno maturato sempre più la convinzione che possa essere stato ucciso. Intanto un misterioso sedicente avvocato avrebbe telefonato a casa di una signora Tregnaghi, omonima senza alcun legame di parentela con lo scomparso, comunicandole l'arresto in Croazia di Mariano Paolo. Le verifiche non hanno però portato a nulla.