Gabriella Ceppaluni, ventotto anni, vive con i suoi genitori nel quartiere Arenella di Napoli. Frequenta un corso per assistente sociale presso l'università e a luglio avrebbe dovuto diplomarsi. Ha svolto qualche lavoro saltuario, e recentemente ha effettuato un tirocinio presso i servizi sociali della sua circoscrizione. E’ molto conosciuta nel quartiere per il suo impegno nel sociale e nella politica; ha sostenuto con passione la candidatura a sindaco di Alessandra Mussolini. Negli ultimi tempi la ragazza voleva trovarsi un lavoro, e con l'aiuto di un suo amico agente di Pubblica Sicurezza, ha messo un primo annuncio su un portale Internet. Il testo dell'annuncio era forse troppo generico e le sono arrivare telefonate di ogni tipo. Per questo aveva deciso di fare un secondo annuncio, nel quale specificava di non accettare "proposte equivoche". La notte tra il 23 e il 24 novembre dopo una concitata telefonata, avvenuta intorno alla mezzanotte, Gabriella Ceppaluni era uscita per parlare urgentemente con il suo amico agente. "Gabriella quella notte era molto agitata – ha raccontato l’amico -. Più tardi l'ho accompagnata e l'ho vista incamminarsi verso il suo palazzo". Ma a casa quella notte la giovane non è mai rientrata. Il giorno successivo lo stesso ragazzo ha chiamato la madre dell’amica, riferendo di aver ricevuto una sua telefonata, durante la quale lei gli avrebbe detto che non voleva più contatti con nessuno. Due giorni dopo la scomparsa, il 26 novembre, a casa dei genitori della ragazza è arrivata una telefonata strana ed inquietante: un uomo che ha detto di chiamarsi Enrico, con forte accento del nord, ha comunicato alla famiglia di essere stato incaricato dalla ragazza di chiamare, perché lei non aveva intenzione di farlo personalmente. I due si trovavano alla stazione ferroviaria, e stavano per partire. Quest'uomo, che avrebbe una sua ditta a Varese nel settore odontotecnico, avrebbe raggiunto la giovane a Napoli dopo aver letto l'annuncio internet, e avrebbe immediatamente deciso di portarla con sé, per farla lavorare presso la sua ditta. Da quel momento nessuno si è più fatto vivo, e i familiari sono molto preoccupati per quel che potrebbe esserle accaduto.