“Chi l’ha visto?” Storie
Un programma di Giuseppe Rinaldi Nel periodo in cui “Chi l’ha visto?” non andava in onda con la consueta edizione, Rai Tre ha proposto una serie di appuntamenti estivi in prima serata, a partire da mercoledì 16 luglio, strutturati con filmati di lunga durata e con un taglio più cinematografico. Le storie di “Chi l’ha visto?” che più hanno colpito il pubblico, quelle che, iniziate come semplici casi di scomparsa, si sono trasformate negli anni in veri e propri gialli intricati e complessi, a volte senza soluzione. Dal caso di Emanuela Orlandi, che si intreccia con quella di Mirella Gregori e del piccolo Josè Garramon, al finale tragico della scomparsa di Elisa Claps, al rapimento della piccola Denise Pipitone:. Uno spazio è stato dedicato alla misteriosa sorte delle gemelline Schepp, alla tragica fine di Sara Scazzi e alla storia di Simonetta Cesaroni, uccisa in Via Poma a Roma un pomeriggio d’agosto. Ogni appuntamento è stato curato dai registi - inviati di “Chi l’ha visto?”.
Mercoledì 16 luglio - Nella prima puntata le storie dei femminicidi su cui si indaga ancora: Chiara Poggi, Maddalena Semeraro e Velia Carmazzi, Elisa Grande e Maria Belmonte.
Elisa Grande e Maria Belmonte - regia di Fabrizio Franceschelli
Chiara Poggi - regia di Claudia Aldi
Maddalena Semeraro e Velia Carmazzi - regia di Ercole Rocchetti
Mercoledì 23 luglio - Nella seconda puntata tre storie di donne che hanno calamitato per mesi l’attenzione degli spettatori, come quella di Lucia Manca, la bancaria veneziana scomparsa da casa e ritrovata nascosta sotto un cavalcavia, uccisa dal marito che sosteneva che la sua scomparsa fosse un allontanamento volontario. E ancora, il giallo di Alina Cossu, studentessa ventunenne che d'estate lavorava come cameriera a Porto Torres, uccisa e gettata in mare nel settembre del 1988; Infine, il mistero della scomparsa di Roberta Ragusa, su cui gli inquirenti non hanno ancora messo la parola fine.
Alina Cossu - regia di Dean Buletti
Lucia Manca – regia di Nicola Endimioni
Roberta Ragusa – regia di Paola Grauso
Mercoledì 30 luglio - Nella terza puntata del programma tre storie di bambine vittime inconsapevoli e indifese di gelosie, veleni e vendette dei grandi, genitori e parenti che avrebbero dovuto proteggerle. Delle gemelline Alessia e Livia Schepp, sottratte dal papà, le tracce si perdono tra Svizzera, Corsica e Italia. E’ qui, infatti, che si conclude il folle viaggio di Matthias Schepp, il padre, che alla stazione di Cerignola (Foggia) finisce martoriato sotto un treno. Ma che fine hanno fatto invece Alessia e Livia? Anche Denise Pipitone ha appena 4 anni, il primo settembre 2004, quando viene rapita mentre gioca davanti casa a Mazara del Vallo. Oggi sarebbe un’adolescente. La madre Piera Maggio non si è mai arresa e continua a sperare. Sara Scazzi, 15 anni, si fidava della cugina e degli zii. Erano la sua famiglia. Ma è stato proprio lo zio a nascondere il cadavere della ragazzina nel pozzo e la cugina Sabrina con la zia Cosima sono state condannate per averla uccisa.
Alessia e Livia Schepp - regia Cesare Squitti
Denise Pipitone - regia Chiara Cazzaniga
Sara Scazzi – regia Gianvito Cafaro
Mercoledì 6 agosto - Nella quarta puntata le storie di tre vite spezzate che si intrecciano in un groviglio oscuro di misteri, bugie e depistaggi. Le famiglie delle vittime, dopo trentacinque anni, aspettano ancora giustizia. Mirella Gregori, studentessa romana quindicenne, il 7 maggio dell’83 dice alla madre di avere un appuntamento con un compagno di classe e scompare. Un mese dopo, il 22 giugno, sempre a Roma, scompare un’altra studentessa, ha 15 anni ed è cittadina vaticana, figlia di un commesso della Prefettura della Casa Pontificia. Si chiama Emanuela Orlandi e frequenta il corso di flauto nella scuola di musica annessa alla Basilica di Sant’Apollinare. Con il sequestro e la presunta morte di Emanuela Orlandi si intreccia il mistero della morte del piccolo José Garramon, 12 anni, figlio di un funzionario uruguayano dell'Onu, che il 20 dicembre 1983 viene ritrovato ucciso da un furgone nella pineta di Castel Porziano, presumibilmente dopo essere stato sequestrato vicino casa all’Eur.
Emanuela Orlandi, Mirella Gregori, José Garramon– regia di Paolo Fattori e Francesco Paolo Del Re
Mercoledì 13 agosto - Nella quinta puntata ampio spazio alla storia di Simonetta Cesaroni uccisa in Via Poma a Roma in un caldo pomeriggio dell’estate del ‘90. Una furia omicida inspiegabile: 29 coltellate contro la ventenne che lavora nel silenzio di un palazzo, al centro della città. Indagini lunghe che si complicano con la morte di Pietrino Vanacore, portiere dello stabile, giunta due giorni prima dell’udienza dove deve testimoniare. Con lui scompare una figura chiave della vicenda, la prima persona ad entrare nell’appartamento. Dopo il processo che condanna in primo grado il fidanzato, ma poi lo scagiona definitivamente il 26 febbraio di quest'anno, quello di via Poma rimane un delitto senza colpevoli, un “cold case” su cui c’è ancora molto da indagare.
Poi un altro delitto dell’estate. E' il 5 luglio del 2011, sono le 9:30 del mattino quando Flavio Simmi, 33 anni, titolare di un “Compro Oro” davanti al Monte di Pietà a Roma, viene ammazzato in strada nel quartiere Prati. E’ appena sceso da casa e sta entrando in macchina al parcheggio. Viene crivellato da undici colpi di pistola, davanti alla sua compagna. Sembra una esecuzione. Si indaga seguendo il filo nero della Roma criminale, ma senza risultato. Ora si segue una pista passionale.
E ancora: dopo 18 anni la fine di Nada Cella resta un mistero tutto da chiarire. Il 6 maggio del 1996 Marco Soracco, commercialista a Chiavari, entrando nel suo studio alle 9 del mattino trova la sua segretaria con la testa fracassata. Non ci sono indizi, non orme o impronte, non si trova nemmeno l’oggetto con cui è stata aggredita. Tutto è in ordine. Nessuno nel palazzo ha sentito o visto nulla. Le eventuali tracce dell’assassino vengono sbadatamente cancellate durante i primi soccorsi. Nada, 24 anni, ragazza semplice, senza grilli per la testa, non sopravvive ai colpi inferti e muore, poco dopo, in ospedale. Il suo assassino è ancora libero.
Simonetta Cesaroni - regia di Giuseppe Pizzo
Nada Cella - regia di Massimo Terranova
Flavio Simmi – regia di Pino Rinaldi
Mercoledì 20 agosto - Nell'ultima puntata una tra le storie più emblematiche di “Chi l’ha visto?”, che ha attraversato, con le sue evoluzioni e aggiornamenti, quasi tutto il percorso del programma. La storia simbolo di una ragazzina che scompare e che, nell’indifferenza delle istituzioni, viene cercata poco e male. Salvo ritornare alla ribalta della cronaca per puro caso. Il mistero della scomparsa e della morte di Elisa Claps è rimasto sepolto nella soffitta di una chiesa per 17 lunghi anni, durante i quali Filomena, madre coraggio, ha affrontato il suo dolore e lottato come una leonessa per avere la verità, andando contro bugie e mezogne, depistaggi e coperture che hanno impedito di inchiodare il responsabile. Elisa scompare in pieno centro a Potenza il 12 settembre del 1993, all’ora della messa, in una domenica di festa con tanta gente in piazza. Si parlerà di fuga, di tratta delle bianche e di tanto altro, ma le indagini non andranno mai nel direzione giusta. E l’assassino rimane in libertà. Finchè un giorno colpisce ancora, lontano, in un altro Paese. Qui le indagini sono più efficaci. Viene inchiodato e condannato. Si scopre che forse è un serial killer e si indaga anche per un altro delitto sempre di una giovane donna, per cui starebbe pagando un innocente. Dopo 18 anni arriva l'ora della giustizia anche per Elisa. Il destino dà una mano. Gli operai che lavorano nel sottotetto della Chiesa Madre di Potenza, trovano un corpo mummificato: è il suo. E’ finalmente ora di fare i conti con tutti quelli che hanno per tanti anni ostacolato la verità. Per Filomena Claps, la madre, è la fine di una lunga sofferenza e l’inizio di un grande dolore. Danilo Restivo è stato prima condannato a Londra per l’omicidio di Heather Barnett, poi in Italia per quello di Elisa Claps. Elosa Claps - Regia di Gianloreto Carbone