Varese, 24/4/2018 - I giudici della Corte d'assise hanno condannato all'ergastolo Stefano Binda, unico imputato per l'omicidio di Lidia Macchi, la studentessa trovata uccisa con 29 coltellate nel gennaio del 1987 in un bosco a Cittiglio, nel Varesotto. "Lidia non meritava una morte così", sono state le prima parole della mamma Paola. "Da una parte sono contenta, dall'altra penso a una mamma che si trova con un figlio in una situazione così, io l'ho persa ma anche lei", ha aggiunto. "Dopo trent'anni si aspettava una sentenza, penso sia giusto innanzitutto per Lidia, per i suoi familiari e per chi ha avuto modo di conoscerla", ha dichiarato l'avvocato della famiglia Macchi Daniele Pizzi, dopo la sentenza. "Siamo in coscienza convinti che la soluzione adottata sia ingiusta. E' una sentenza inaspettata anche se, trattandosi di un processo mediatico che ha fatto la storia di un tribunale, sapevo che il peso sarebbe stato notevole, non so poi se questo ha influito", è stato il primo commento dell'avvocato Sergio Martelli, difensore di Binda insieme alla collega Patrizia Esposito. "Penso sempre che i giudici arrivino a usare il buon senso - ha aggiunto - hanno ritenuto che sia stato colpevole, noi non abbiamo trovato elementi per una condanna, quindi aspettiamo le motivazioni e vedremo, andremo avanti".
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