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Liliana Resinovich: Per procura fu suicidio, chiesta archiviazione delle indagini

Trieste, 21/2/2023 - La procura ha chiesto l'archiviazione delle indagini sulla morte di Liliana Resinovich, scomparsa il 14 dicembre 2021 e ritrovata senza vita il 5 gennaio seguente, condotte “senza risparmio di energie da parte della Squadra Mobile”. “Sola ricostruzione consegnata dagli atti”, precisa un comunicato, è “intenzionale allontanamento della signora dalla sua abitazione e altrettanto intenzionale decisione di por fine alla propria vita”, Per gli inquirenti non è stato possibile appurare se sia vero che il decesso sia avvenuto “lo stesso giorno della scomparsa”. "Nulla è stato trascurato di ciò che poteva essere ragionevolmente intrapreso per giungere ad una compiuta descrizione delle circostanze della scomparsa" e per "l'individuazione dei possibili reati commessi in suo danno". Il Procuratore De Nicolo sottolinea che la ricostruzione dei fatti "è completa ed esauriente", e che "il dovere istituzionale della Procura è l'accertamento della commissione di reati in danno" di Liliana, "non quello di ricostruirne in dettaglio ogni attimo degli ultimi giorni di vita, una volta escluse sia l'avvenuta segregazione contro la sua volontà sia la sussistenza di altre condotte lesive in suo danno ad opera di terzi". Dunque, sebbene alcune circostanze inducano "a supporre" che sia avvenuta lo stesso giorno della scomparsa, oppure che, al contrario, Liliana sia rimasta "nascosta un paio di settimane" ponendo "fine alla propria vita solo pochi giorni prima del ritrovamento (come fa propendere la consulenza medicolegale)", in definitiva non è stato possibile appurare la data della morte. In assenza di questo dato non è pregiudiziale sciogliere il dilemma per chiedere l'archiviazione del caso. Fondamentale è, invece, il fatto che non sia emersa, "con un minimo di concretezza, alcuna ipotesi di reato specifica e per seguibile ai danni della deceduta".

“Mia sorella è stata uccisa. Ci opporremo alla richiesta di archiviazione”, dice nell’intervista in onda domani a “Chi l’ha visto?” il fratello Sergio. "Condividiamo le conclusioni della procura, sulla cui attività investigativa non abbiamo mai dubitato. Ci riserviamo di leggere tutti gli atti del fascicolo per valutare eventualmente con l'ausilio di nostri esperti, se e in quali termini le conclusioni possano necessitare di ulteriori approfondimenti", il commento degli avvocati Alice e Paolo Bevilacqua, che assistono il marito Sebastiano Visintin, in quanto parte offesa.

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